sabato, marzo 17

Capitoli 15



 
Il suo viso impallidì all'istante.

Avevo sbagliato come al solito i tempi, i modi e le parole.

Era tutto così speciale un attimo prima.

Poi un "ma…" e i suoi occhi mostrarono la tempesta che le stava attraversando il cuore.

-Bella, voglio che tu conosca la mia famiglia. Voglio che Alice benedica questo matrimonio. Voglio che i miei genitori conoscano la bellezza della tua persona.-

La paura si fece strada nelle sue iridi. Vidi la luce sparire dal suo sguardo, fisso sul mio, fino a farlo diventare vitreo, inespressivo.

-E se non mi accettassero?-

-Tu sei la creatura più bella, intelligente, saggia e eccezionale venuta al mondo, e io, un povero pastore, con un inutile passato, posso solo sperare in uno splendido, straordinario futuro con te. Non potranno che amarti Bella. Guarda il piccolo miracolo che hai fatto con Alice.-



I suoi occhi ripresero piano piano a rianimarsi.

-Tutto quello che vuoi Edward.-

-La tua felicità è alla base del mio amore per te, per cui vorrei che se qualcosa in tutto questo non andasse bene o ti facesse soffrire, me lo dicessi, te ne prego. Non devi rinunciare a nulla. Avremo il nostro matrimonio, la nostra felicità Bella. Tu ti meriti il meglio.-

Restammo a lungo abbracciati quel pomeriggio. Quando ci ridestammo le proposi di leggere qualcosa assieme e cominciare a pensare a come avvisare i miei genitori.

La mia dolce Bella decise che come prima cosa avremmo dovuto informare Alice, e poi la mia famiglia.

-Che ne dici se durante la cena di questa sera cominciassimo a parlargliene?-
-Dici che sia il caso Edward? Non vorrei sia presto per muovere qualche passo verso di lei.-

-Non voglio aspettare Bella. Tu sei la mia vita, il mio futuro ed è giusto iniziarlo il prima possibile.-

-L'importante è che non si rischi l'equilibrio già precario che stiamo cercando di instaurare con lei.-

-Vedrai, alla fine dovrai tenerla alla larga da te. Non ti si può non amare anima mia.-

-Tu vedi cose in me che agli altri sembrano invisibili.-

-Tu sei la mia dolce Bella, che altro devo vedere?-
 
La strinsi forte a me. Eravamo insieme. Nulla separi ciò che Dio unisce.

Stavo già farneticando. Era mia. Doveva essere quanto prima.

Tornammo in cucina, l'aiutai a preparare la cena.

L'intimità che si era creata era qualcosa di magico.

Piccoli gesti sincronizzati ma sintomo di grande armonia.

Il suo sorriso impresso nei miei occhi.

Le sue dolci e profumate labbra a suggerirmi di cercare mia sorella, e io imbambolato da quelle dune morbide non mi rendevo conto neanche mi stesse parlando.

-Bello addormentato, vai a cercare Alice?-

-Certo mia dolce Bella.-

Lei sorridendo tornò al fuoco e alla cena, mentre io mesto uscii di casa in cerca della mia discola sorella. Udii delle voci dall'orto. E dove potevo trovarla se non in compagnia di Jacob?



Ridevano, giocavano, una strana e nuova luce negli occhi turchini di mia sorella. Una luce che neanche Jasper aveva acceso in lei. ma la cosa che più mi stupiva era la delicata goffaggine di quell'omone nel trattare mia sorella, gesti semplici fatti con amore per un cuore spezzato e che come tale andava trattato, quasi fosse di cristallo.

-Alice posso accompagnarti in casa? È quasi l'ora di cena e ho bisogno di parlare con te, in privato.-

-Certo Edward… Jacob vuoi farci compagnia per cena? Chiedo a Bella se può aggiungere un posto.-
 
-Alice non sarà un problema un posto in più e poi capita spesso che Jacob si fermi con noi per cena, per cui lascialo finire e seguimi. Ho urgenza di parlarti.-

Il suo viso si incupì subito per le mie parole, ma nonostante tutto mi seguì in chiesa.

-Edward qualcosa non va?-

-No Alice. Ho bisogno di puntualizzare alcune cose prima di rischiare di perdere una parte importante di me. Vorrei tu mi lasciassi parlare e alla fine, se vorrai, potrai dirmi ciò che pensi. Posso continuare?-

-Certo Edward.-

-Bene.-

Un sorriso tirato sul suo viso a rispondere alla mia richiesta.

-Non abbiamo mai avuto un rapporto normale tra fratelli, non abbiamo mai litigato, discusso o conteso nulla e forse questo ha deteriorato il nostro rapporto. Anche quando eravamo nella stessa stanza, nessun gioco, nessuna parola veniva condivisa allontanandoci in silenzi che a poco a poco ci avrebbero portato all'indifferenza più totale I tuoi occhi ora così intensi, prima erano vetro e mi perforavano il cuore quando mi riservavano solo indifferenza. Una lotta senza pari, tu e la tua altezzosità da una parte, io e la mia paura di parlarti dall’altra. Nessuno dei due si sarebbe arreso. Ma ora Alice, ora che la vita e il buon Dio ci hanno messo di fronte tante prove, ti chiedo da fratello con il cuore in mano, come siamo arrivati a farci così male? E ora che ti ho qui con me è giusto parlarne, e affrontare quello che siamo stati per anni? Io Alice voglio mia sorella, colei che sa amare, come ha amato Jasper, il figlio che portava in grembo e sta amando la compagnia di Jacob. Avrò mai questa sorella? Avrò mai la mia piccola e dolce Alice che si faceva coccolare da Emmet per sentirsi al sicuro?-

-Edward sono macigni queste parole. Ma vanno sputate fuori rendendo utile questa nostra convivenza.-

-Alice nulla è dovuto o va fatto o detto per forza. E non sarà semplice come farsi una doccia fredda per dire che è passato tutto. Dovremo ricostruire passo per passo un rapporto mai sbocciato e non sarà come fare una passeggiata, ci saranno fastidi, riemergerà il motivo per cui ci siamo allontanati. Voglio mia sorella Alice, voglio poter fare a meno delle buone maniere e dirti quanto mi sia sentito inadeguato e non accettato da te. Vorrei dirti che fino ad ora abbiamo giocato una partita nella quale nessuno dei due ha primeggiato se non per stupidità o orgoglio. Vorrei capire il motivo per cui provavi fastidio ad avermi accanto. E probabilmente la mia reazione sarà tutto fuorché gentile e degna di un uomo di fede, ma questo va oltre la mia religione. Da oggi voglio lottare per questo "NOI". Mi capisci Alice?!-

-Edward. Tu sei mio fratello. Tu sei colui che mi ha fatto aprire gli occhi sull'egoismo di Jasper, colui che in questo momento buio ha saputo accettare una pazza e isterica vedova  nonostante il male che ti ho sempre causato. Tu mi hai abbracciato con la tua folle proposta di andare al fronte al posto di mio marito, tu sei colui che vede il buono in ogni persona, tu sei colui che ama incondizionatamente. Tu hai sempre amato. In te c'è sempre stata una fede così grande da farmi quasi paura per quanto fosse forte e sentita. Tu mi vedrai piangere, subire e rispondere a ciò che ci diremo o faremo per recuperarci ma, ti prego, non cedere. Non è facile ma ho bisogno della tua forza d'animo per reggere il peso di questi lutti che mi circondano.-




Alla prossima... per ora ci trovate qua!!!
Baci Pattz!!!

1 commento:

maria50 ha detto...

ciaoooo...sempre dolcissima la tua storia,mi riempie il cuore di gioia..almeno nella fantasia,esistono cuori nobili e capace d'amare,come fanno i tuoi prottagonisti..grazie...Maria50.