
Cari Genitori,
Dopo qualche tempo sono a riportarvi buone notizie relative alla nostra amata Alice. L'aria buona del mare e la tranquillità del luogo dove ci troviamo, il rifugio nella preghiera e nella giusta compagnia, hanno portato alla piccola Alice un nuovo sorriso, una nuova serenità nel cuore.
Cara Madre, il Signore ci ha guidati portandoci verso la via della guarigione. Sono certo che le farà piacere ricevere queste mie parole.Un piccolo miracolo è avvenuto riguardo la nostra incapacità di essere fratello e sorella. Le nostre asperità si sono sciolte come neve al sole ritrovando coraggio e conforto l'una nell'altro.
Qui a St. Agnes, Alice ha trovato pace, preghiera, nuova linfa e suo fratello, e in tutto questo non posso che dirvi grazie madre mia. Il compito da voi assegnatomi mi ha arricchito di nuovo ardore, mi ha reso capace di affrontare i fantasmi del mio passato ed mi ha preparato ad aiutare Alice in questa sua lotta.
Vi farà piacere sapere che ne siamo usciti entrambi a testa alta. Vi prego di passarmi la metafora che sto per fare, ma, come due soldatini al fronte, abbiamo lottato, scontrandoci, e ferendoci a vicenda per poi curarci le ferite.
Tutto questo per farvi capire cara madre che nella vita non tutto è perduto, che noi stessi siamo i fautori del nostro destino, e fortunatamente il mio e quello di mia sorella si sono riuniti in questo luogo speciale.
Un'isola benedetta dall'amore di tante persone e del nostro Signore, visibile su ogni onda che arriva sulla nostra spiaggia, su ogni folata di vento che mi ricorda quanto io sia vivo.
In questa piccola landa ho trovato l'amore, quello con la A maiuscola, quello vero, quello che al solo pensiero mi fa star male per quanto grande sia.
Questa notizia è il secondo scopo della mia lettera a Voi, ma non meno importante per me. Ebbene si, la mia chiamata è arrivata a buon fine, alla completezza, permettendomi di conoscere, oltre che l'amore che ho per nostro Signore, anche l'amore per una donna.
Vorrei presentarvela e farvi conoscere la sua grandezza.
Mi ha rapito il cuore e non posso che essere fiero dell'amore che lei prova per me. Lei mi accetta anche con i miei difetti, per questo Vi chiedo madre di raggiungerci qui a St. Agnes per accertarvi di persona dei miglioramenti di Alice e per conoscere la mia futura sposa.
Con Affetto,
Vostro figlio Edward.
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Spedii quella lettera la mattina stessa in cui la scrissi senza né rileggerla, né pensarci su troppo. L'avrei bruciata molto probabilmente. Bella meritava questo segno di rispetto, come i miglioramenti di Alice meritavano riconoscimento.

Le giornate si stavano allungando e spesso mi concedevo di pomeriggio lunghe passeggiate con Bella sottobraccio. Parlavamo degli studi che lei molto diligente proseguiva a fare, come da ultima richiesta della madre. Spesso parlavamo del nostro futuro assieme. Lei ci vedeva invecchiare qua, non che mi dispiacesse, ma io sognavo di vederla col tocco in testa pronta a ricevere le lodi per la sua intelligenza e bravura.
Quando mi scorgeva trasognante sorrideva e scrollava la testa.
-Non lascerò mai St. Agnes-
Di fronte a queste sue chiusure, le mie fantasie andavano a nascondersi in qualche cassetto della mia mente.
Un pomeriggio venimmo interrotti da un'Alice che correva a perdifiato verso di noi.
-Edward!!! Edward una lettera di mamma!!!-
Quando mi fu davanti me la passò, non l'aveva aperta, era indirizzata a me.

"Figlio mio,
Non ti nascondo la gioia nel leggere che la piccola Alice stia lentamente uscendo dalla brutta fase depressiva. Sapevo che l'anima buona dei Cullen che tu gelosamente custodisci non avrebbe fallito nel compito. Sei un buon pastore e le anime tormentate trovano in te pace e conforto. Per questo sono molto sollevata dalle tue parole.
Non ti nascondo la mia curiosità nel rivederla sorridere, purtroppo però, vostro padre non vuole sapere di venire a trovarvi e mi ha negato qualsiasi possibilità di poter viaggiare verso di voi. Le sue parole dal fronte sono state chiare e semplici, terminato il conflitto quando lui ed Emmett rientreranno, vorrà trovare qua Alice.
Con il cuore di madre a pezzi ti posso dire che il mio pensiero è ben lontano da quello di tuo padre.
Con le lacrime agli occhi ti prometto che farò tutto ciò che è in mio possesso per averti qua tra noi, per essere ancora tutti e cinque come eravamo un tempo.
Perdona nuovamente le mie debolezze e dona un mio saluto ad Alice.
Vostra madre Esme."

-Edward, stai bene?-
Bella si era posta di fronte a me. Vedeva i miei occhi fissare la lettera ma non battere ciglio. La sua preoccupazione però svanì quando alzai lo sguardo dal foglio e cercai il viso di Alice.
-Tornerai a casa quando la guerra finirà.-
Strappai quelle parole in mille pezzi e corsi via dalle mie donne.

Mi gettai tra le panche della chiesa. In ginocchio, le mani giunte poggiate alla fronte.
-Signore te ne prego dammi la forza. Signore ti prego aiutami a trovare la soluzione. Vorrei che la mia famiglia capisse quanto loro siano importanti per me e quanto male stanno facendo a me e a Bella, alla stessa Alice. Non siamo bagagli dei quali possono decidere di liberarsi per qualche tempo e poi riprenderli, oppure gettarli definitivamente, solo perché un po’ diversi da loro.-
Il mio pianto divenne strazio, fino a che la mano di Alice non raggiunse la mia spalla.
-Fratello mio, non piangere. In tutto questo dolore io vedo solo luce, e me l'hai portata agli occhi tu. Per cui lascia che io aiuti i nostri genitori a vederla una volta che sarò a casa.-
Alzai la testa e capii la portata delle parole di Alice.
-Ti voglio bene Edward e so quanto male ci sia nel sentirsi non desiderati e compresi. Lascia che mi sdebiti per tutto quello che tu e Bella avete fatto.-

Abbracciai mia sorella. Restammo così a lungo, il calore che quell'abbraccio emanava era forte. Avremmo risolto ogni dubbio, cacciando ogni chiusura dai cuori dei Cullen.
L'avremmo fatto assieme.
La mia dolce Bella venne a chiamarci per la cena. Quella sera al tavolo, con la presenza ormai costante di Jacob, decidemmo il da farsi.
Alice sarebbe tornata a casa, avvisando la famiglia della sua ripartenza a breve. Voleva vivere con noi, avere accanto Jacob e decidere della sua vita da sé, a costo di rinunciare alla dote e al cognome. Nel caso in cui i nostri genitori avessero accettato la ripartenza di Alice, lei li avrebbe costretti a seguirla per conoscere Jacob e la vita che avrebbe vissuto.
Ma la cosa che più mi stupii furono le parole di Bella.
-Jacob, Alice, non vi nascondo che un po’ mi vergogno di quello che sto per dirvi, ma spero che non prendiate male le mie parole. Tempo fa ho notato che casa mia sta andando in malora, e necessita di continui controlli o lavori, per cui mi chiedevo se a Jacob andava di prenderla come dono. È una cosa azzardata, ma io non posso gestirla a distanza e non posso permettermi di pagare affinché Charlie se ne occupi. E spero con tutto il cuore un giorno di vedervi felici e abitare in quelle mura così importanti per me.-
Gli sguardi dei due commensali si pietrificarono davanti alla richiesta di Bella.
-Bella, ma come puoi pensare che io possa accettare un dono così grande?-
-Jacob è stata anche casa tua, è come se ti donassi solo la mia parte. Non posso vederla abitata da altri se non dalla nostra famiglia.-
-Oh che cosa straordinaria, ma permettici solo di pensarci e a mente fredda decideremo, anche sul nostro futuro.-
Alice aveva lo sguardo basso sul piatto. Non parlava.
-Alice, che hai sorellina?-
-Non lo merito.-
-Sciocchezze- rispose Bella.
-Tu sei parte della famiglia, tu stai mettendo a rischio il tuo rapporto con la tua famiglia per Edward, per la nostra relazione, e ,immaginando la reazione dei vostri genitori, ti servirà un tetto tutto tuo dove rifugiarti.-
-Sorellina, questa casa è sempre aperta per te o per Jacob, ma diventa stretta per tante situazioni, ed è giusto che ognuno di noi abbia il proprio spazio. Non è un cacciarti, è poterti dare la possibilità di vivere un domani ciò che avrai costruito con Jacob.-
Alice si alzò da tavola, andò incontro a Bella e per la prima volta l'abbracciò.
Sussurrava a Bella mille grazie, e il sorriso della mia futura sposa mi permetteva di capire quanto fosse estasiata di quell'abbraccio.
Fu la volta di Jacob, prese in braccio la mia piccola Bella e la ringraziò a lungo.
Quella sera, nonostante le pessime parole di mio padre, in quella casa si respirava serenità e tanta allegria per i piani futuri di noi quattro.

Alla prossima... per ora ci trovate qua!!!
Baci Pattz!!!
2 commenti:
come sempre...la dolcezza che hai nello scivere,mi entra nel cuore..grazie Maria50.
Dolcezza, dolore, amore.....bellissimo .Sembra impossibile quanto le foto di Belamì trovino spazio qui, personaggi così differenti eppure....bacio !!
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