lunedì, aprile 8

Attese Disattese...


Eccomi qua...
Nuovo capitolo, sembra che l'ispirazione sia arrivata!!!
Godetevi questa prima parte...


 




Il tempo passò, lento ed inesorabile. Nessuna notizia da parte di Emmett. Edward passava le giornate tra le varie funzioni, e la spiaggetta che dava sul porticciolo. Mi raccontava che aveva necessità di meditare, ma non andava oltre. Io sapevo che le sue speranze erano quelle di incrociare il fratello, o comunque di ricevere una sua missiva. Capivo, al suo ritorno, l'esito di quelle aspettative, infrante.
 
Il mio cuore subiva in silenzio cercando di donarsi sempre di più a lui, per lenire quei grandi vuoti che gli appartenevano.
 
Cercavo di distrarlo quando lo sguardo suo si fissava all'orizzonte, canticchiando la nostra canzone di tanto in tanto. Il momento peggiore era di notte. Mi capitò, una notte, di sentirlo pregare bisbigliando e singhiozzando. La sua fragilità mi spaventava, aumentando la mia necessità di proteggerlo e cullarlo, in quel suo dolore.
 
Tutto questo andò avanti per qualche mese. Fino ad un mattino di primavera, in cui al porticciolo arrivò la piccola barca con la posta.
 
Edward quel giorno non tornò a casa.
 
Attesi a lungo.
 
Mi raggiunse solo Jacob.
 
-Il padre di Edward ed Alice è morto in guerra. La madre ha avuto un colpo apoplettico. Devono rientrare a Londra.-
 
La notizia mi atterrò.
 
Cercai la mia valigia, vi infilai ciò che mi capitò sott'occhio.
 
Chiusi casa e seguii Jacob al porto.
 
Edward e Alice attendevano noi sulla barca. Il piccolo Jasper, in braccio allo zio Edward, scalciava e allungava le braccia verso noi. Anche lui ci stava aspettando.
 
I volti cupi dei fratelli, lasciavano intravedere tutto il dolore che provavano.
 
Quando salpammo ci accomodammo nella piccola cabina. La tensione e il poco spazio crearono aria gelida, nonostante i primi raggi di sole primaverile.
 
Sembrò di stare su quell'imbarcazione per giorni. Tanto che cominciai a soffrire di mal di mare. Uscii per inspirare aria fresca e mi trovai a prua, a vomitare. Cercando di non farmi sentire e di pizzicarmi per ravvivare il colorito roseo delle guance, mi ricomposi e tornai nell'angusta cabina.
 
-Tutto bene?-
 
-Si Edward, avevo solo bisogno di aria fresca-
 
E tornammo ad occuparci di Jasper.
 
Qualche ora dopo, attraccammo sulle sponde inglesi. Edward cercò una carrozza e dopo poco ci trovammo a bordo verso Londra. Non ci fermammo per la notte. I due fratelli desideravano arrivare quanto prima a villa Cullen.
 
Comprensibile.
 
Mi addormentai di colpo addossandomi a mio marito. Mi abbracciò per scaldarmi e coccolarmi. Non mi svegliai fino a destinazione, sembrava quasi non avessi dormito da anni. Le labbra di Edward baciarono la mia fronte ripetutamente, fino a che i miei occhi riuscirono ad aprirsi.
 
-Hai riposato più di Jasper- ridacchiò mio marito.
 
Nessuno scendeva dalla carrozza. Nessuno aveva il coraggio di avvicinarsi a quel portone. Fino a che non ne uscì Emmett.
 
La sua figura possente si avvicinò alla carrozza, al che decisi di alzarmi come per sgranchire i miei arti. Edward mi seguì, aprendomi lo sportello e aiutandomi a scendere.
 
Quando anche gli altri scesero, ed il bagaglio fu portato alla porta, Edward si avvicinò a suo fratello. Stringendolo in un abbraccio doloroso e forte. Poi fu il turno di Alice. Ma nessuno fiatò. Nessuno ebbe il coraggio di pronunciar parola.
 
Venimmo accompagnati alle nostre camere. Vista la tarda ora, non era il caso di far visita a Mrs. Cullen.
 
Quando fummo in camera nostra mi accomodai sul letto ancora completamente abbigliata e sfinita. Non riuscivo a capire se mi aveva stancato di più il viaggio o l'assoluto silenzio di mio marito. Avrei voluto tanto esprimesse il suo dolore. Ma Edward era così. Doveva elaborare e poi coinvolgere anche me.
 
E io sapevo aspettare il momento giusto, in cui mi avrebbe cercata.
 
I miei pensieri affollarono la mente, la quale si rifiutò di inoltrarsi oltre. E mi addormentai. Di nuovo.
 
Quando mi svegliai, il mattino seguente, indossavo la mia veste di lino fresca e comoda, e soprattutto accaldata per il forte abbraccio di mio marito che mi intrappolava a sè.
 
Il suo abbraccio era teso e forte, nonostante il ritmo del suo respiro e del suo cuore, mi fecero intendere che dormisse ancora. Voltai il collo verso il suo viso. Lo osservai per un po’.
 
Gli occhi chiusi in modo forzato, gli creavano quelle piccole rughe d'espressione che tanto adoravo, ma questa volta erano sintomo di tensione.
 
Avvicinai le mie labbra alle sue. Le sfiorai delicatamente. Era come ambrosia per le mie ansie. Le sfiorai una seconda volta. Impossibile resistere alla tentazione.
 
Quando le toccai per la terza volta, mi trovai sorpresa alla loro risposta. Mi baciò. Mi baciò con passione, voracità. Con rabbia.
 
Il suo dolore prese il sopravvento. Me ne accorsi quando le sue lacrime scivolarono sulle mie guance. Aveva necessità di me. Di qualcuno con cui tirar fuori il dolore. Lo lasciai fare.
 
Di colpo fu su di me.
 
Era possente. Era mio. E aveva bisogno di sentirmi sua.
 
Sfiorò con le mani il lino della mia veste. Lo spostò fin sopra la mia testa per poi levarmela. Lui si tolse la sua, con tanta rapidità, quasi da strapparsela di dosso.
 
-Ho bisogno di mia moglie.-
 
E in un attimo mi accese voglie e pensieri che mai in vita mia avrei potuto neanche immaginare. Lasciò che le mie mani vagassero per il suo torace. Asciutto. Tosto. Mio.
 
Si riabbassò su di me. Sentii la sua voglia strusciare tra le mie cosce. In un attimo un calore forte mi prese dall'interno, facendomi spalancare a lui.
 
Lo sentii bussare al mio ingresso con timore.
 
-Sono tua, solo tua.-
 
Ed entrò.
 
Quel calore si espanse in tutte le mie lunghezze. Lasciai che Edward decidesse il ritmo, i tempi suoi e delle mie voglie. Un'esplosione dopo l'altra, mi portarono oltre me stessa. Mi portarono verso lui. L'unione più completa e umanamente possibile. Sfiorammo l'apice del piacere in pieno accordo con i nostri respiri e nello stesso palpito. Fu un'esperienza diversa. Carica.
 
Mi baciò la fronte, il naso, gli occhi e poi le labbra. Poi si accasciò su di me. Indifeso. E pianse.

A lungo.
 
Lo abbracciai più forte che mai, cercando di scaldare il suo cuore provato. Lo lasciai piangere così a lungo che cadde sfinito di nuovo nel sonno.
 
Mi rivestii, cercai di coprirlo. Mi stesi accanto a lui. Mi adattai alla sua posizione per potergli dare calore e tranquillità. Ma non dormii più. Accolsi le sue lacrime, i suoi singhiozzi e i tremolii. Attesi quasi un'ora, prima di rivedere il colore intenso dei suoi occhi.
 
Quando si riaprirono, sfoggiai uno dei miei migliori sorrisi e carezzando il suo volto gli diedi il buongiorno.
 
A fatica ci staccammo dal nostro abbraccio, per alzarci e raggiungere ai piani inferiori i familiari. Lo aiutai a lavarsi, a vestirsi e ad uscire da quella camera.




_________


 

Il pomeriggio, fummo accompagnati alla Cattedrale dove era allestita la camera ardente per Mr. Cullen. In una cappella privata, scarna di fiori e di luci. Austera atmosfera in puro stile Cullen.
 
Vedere la salma era dura per me, ma l'impassibilità di Edward mi spaventava. Sentii all'improvviso mancarmi l'aria, e un capogiro mi costrinse ad aggrapparmi ad una seduta. Jacob, accanto a me, se ne accorse e richiamò l'attenzione di Edward.
 
Mi scortò subito fuori, portandomi in braccio. Mi raccolse appena in tempo, prima che le mie gambe di burro cedessero alla gravità. Quando mi risvegliai ero in camera da letto. Con Edward accanto.
 
-Ti ho forzata. Tutto questo è troppo per te.-
 
-Oh no, Edward. Ero solo un po’ stanca.-
 
-No Isabella, è due giorni che ti osservo ed il tuo stato di salute mi preoccupa. Ma ciò che mi preoccupa di più, è che tu debba nascondermi tutto questo. Devo sapere come stai.-
 
-Edward, io non voglio che tu abbia altri pensieri. Hai troppe cose per la testa.-
 
-Si, è vero, ma per me al primo posto ci sei tu e la tua salute. Ho fatto chiamare un medico, tra poco sarà qui e ti visiterà.-
 
-Se questo ti può far stare più tranquillo, per me va bene.-
 
-Ora riposa un altro po’. Io veglierò su di te.-
 
E mi riaddormentai.





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Vi aspetto, come sempre, se vi va alle altre due mie avventure... 



Elisa.... Grazie.

2 commenti:

Unknown ha detto...

Ciao tesorooo :D!!
Come va??
Mi confesso sorella ^_^!!
Sono felice che sei tornata ^___^!!
E sono felice che è tornato il mio pretino preferito ;)!!

Dunque... qui abbiamo decisamente un'atmosfera pesante... ma la presenza di Mrs Cullen fa sempre questo effetto!
Poco conta il fatto che è morto il marito... quella donna è più fredda del più freddo iceberg!!
E Mr Cullen non era da meno... quindi non mi stupisce che Edward sia così teso...
Il nostro povero prete è sempre stato trattato come l'ultima ruota del carro dai suoi stessi genitori per via delle sue opinioni e del fatto che voleva diventare pastore...
E come lui anche Emmett e Alice si sentono fuori luogo...
Con due genitori così freddi chi non lo sarebbe??
Grazie a Dio per Eddy c'è sempre Isa che lo capisce :3!!
E... mi sa che ho capito cos'ha la nostra Bellina u.u!!
Era ora XD!!
Sempre a fare i ricci!!
E poi sono sposati :P eheheheh!!!

*^* ma quanto sono adorabiliiiii!!

Alla prossima confessione tesoro <3 <3 <3!!
Un abbraccio e tantissimi baciottini nutellosiiiiiiii :********************************!!!

Unknown ha detto...

Ahahahhahaha nutellosi mi piace! !!
L'atmosfera sta cambiando.
Grazie mille per il tuo commento. Spero di non deluderti...
Paola.