sabato, novembre 12

Confessioni


Quando riaprii gli occhi ero distesa nel mio letto. Edward accanto a me, steso, dormiva. Le sue labbra erano a portata di bacio. Tentazione.
Così le ricamai con le mie dita. Fino a quando non si incresparono e scambiarono la carezza delle mie dita con tanti piccoli baci.
Poi aprì gli occhi.
<Siete sveglia.>
<Fino a qualche istante fa ero in paradiso> sospirai…

<Bella, state delirando…>
<No Edward! Delirio è non poterne saggiare di quel paradiso!>
Mi aggrappai alle sue spalle con tutta la forza che avevo in corpo.
<Bella non posso!> Fermo con le parole, con gli occhi, ma non con le mani.
Le sue mani avvolgevano i miei fianchi in modo possessivo.
<Non potete, ma non tutto il vostro corpo sembra dello stesso avviso>
Speravo con tutto il cuore che cedesse, ma così non fu.
Si staccò da me e  posò una mano sulla mia fronte.
<State delirando a causa della febbre>
<No Edward, voi eravate qui con me, steso accanto a me, non sono io quella presa dal delirio!>
<Oh santo cielo Bella, stavate tremando dal freddo. Ho solo cercato di scaldare il vostro corpo. Calmatevi, o almeno cercate di farlo. Avete ancora bisogno di riposo e io starò qui accanto a voi. Distante.>
Perché mi stava allontanando? Ero una ragazzetta, lo so, ma ciò a cui il mio corpo aveva risposto non erano semplici "cure". Vedevo di più in quegli occhi e loro cercavano in me qualcosa in più. Ma poi finiva sempre con un "non posso". Cosa non poteva? Cosa non voleva? Era giusto per me subire tutto questo? Non lo so, ma altri discorsi non se ne potevano fare. Io dovevo stare lì e lui non voleva affrontare tutto ciò. Una cosa però era certa, non mi sarei arresa. Mia madre me lo ripeteva spesso, "siete la gocciolina che cade dentro il vaso e primo o poi il vaso sbrocca!!". Era la mia missione. Meritavo un perché.
<Edward, vi prego guardatemi per un attimo…>
Due smeraldi colpirono i miei occhi, lucidi, spalancati, fissi nei miei…
<Edward, sono una ragazzina, e forse… forse non sono stata così brava a baciarvi? Non ho usato le giuste attenzioni per stringermi a voi? Ho osato troppo?>
Sulle sue labbra una smorfia, contratta, sofferente.
<Bella voi non potete capire, è stata una mia debolezza, voi meritate ogni bene, un giovane e onesto lavoratore, meritate di studiare e viaggiare e magari allontanarvi da questo piccolo isolotto e vivere a pieno le vostre passioni. Io non sono la persona giusta per voi. Non sono i vostri baci e le vostre attenzioni ad essere sbagliate. Sono io. Io non posso.>
Le mie orecchie dolevano al suono delle sue parole.
<Cosa credete Edward? Di potermi conoscere e decidere chi o cosa sia meglio per me? Chi vi dà questo diritto? Ditemelo ora!>
Silenzio…
<Con quale pretesa decidete di sputare sopra a ciò che sento, negandomi tra l'altro l'unico piacere che abbia mai provato? Che ne sapete del mio futuro? Chi vi dice che non voglia rimanere a St. Agnes a vita? Qui c'è la mia vita, i miei affetti e il mio futuro. La mia essenza è su quest'isola.>
Avevo iniziato urlandogli rabbiosamente queste parole, che poi si trasformarono in singhiozzi e lacrime.
Così mi lasciai andare, in un pianto sconvolgente. Singhiozzi che squarciavano il mio petto. Lui se ne stava fermo immobile accanto a me.
La sua mandibola stretta in una morsa di rabbia. Poi fece un passo e si sedette nuovamente sul letto.
<Avete ragione Bella. Io non sono nessuno per voi e non sono degno di sapere nulla di voi. Non sono neanche la persona adatta a indicarvi la vostra via. Ma di una cosa sono certo.>
Chiuse gli occhi e avvicinò la sua fronte alla mia.
<Sono certo che questo è sbagliato. Io non sono in grado di amare come meritereste. Voi dovete pretendere il meglio del meglio, non me.>

Non potevo credere alle mie orecchie. Nuovamente aveva scelto per noi. Non poteva.
Colsi un attimo di debolezza nel suo sguardo.
Mi fiondai sulle sue labbra. Anche il suo corpo doveva dirmi di no!
Mi bloccò il viso con le sue grandi e calde mani.
<BELLA SMETTILA. Sei una bambina capricciosa, non puoi fare come ti pare. Pensi che basti un tuo bacio a farmi cambiare idea? Basta!>
Se ne andò dalla mia stanza lasciandomi sola su quel gelido letto.
Mi accucciai su me stessa e piansi di nuovo.


Non so per quanto tempo rimasi in quella posizione, se crollai dal sonno o se le lacrime mi sfinirono al punto da svenire. Quando provai a riaprire gli occhi sentii una strana pesantezza e fatica, lungo tutto il corpo ma specialmente nelle palpebre. Non riuscivo a tenerle aperte. Decisi di assecondare questa mia fatica. Mi abbandonai al sonno. Ancora.
Ci furono altre occasioni per provare ad alzarmi, o per lo meno ad aprire gli occhi ma non avevo alcuna voglia di sforzarmi.
Ma finalmente ebbi uno stimolo.
Notai dalla finestra la luce del tramonto e una dolce melodia risuonare per tutta casa.
Quelle note riecheggiavano per tutta la stanza, togliendo il freddo di quei vuoti creati dal dolore che stavo provando. Le parole di Edward non mi avevano abbandonato un attimo. "Sei una bambina".
La musica finì.
Richiusi gli occhi, "Un sogno" pensai e nuovamente la sonnolenza prese il sopravvento.
Fino a che sentii calore sulla mia fronte, poi sul mio polso.
Cercai di aprire gli occhi, un senso di rabbia nell'incontro coi suoi occhi.
<Shhhh! Riposate Bella.> Disse sospirando. <La febbre è ancora alta>
Era lui. Era lì. Continuava a prendersi cura di me.
Poi misi a fuoco la situazione.
<Mia madre. Devo andare.>
Mi ero già issata dal letto, pronta per alzarmi, ma le sue braccia me lo impedirono.
<Tranquilla, Jacob si sta occupando di lei, e mi sono permesso di farle sapere che avevate febbre per cui non potevate rientrare a casa fino a che non foste guarita. Assicurandola che vi avrei seguita io, vi avrei curato io.>
<A lei chi penserà?>
<Sempre Jacob, si offerto di vegliare su di lei.>
<Tu chi sei? Perché decidi per me? Perché ti ostini a credere di poter decidere per gli altri? Chi te ne ha dato il diritto?>
Rancore che andava gettato via dal mio petto.
Nel suo viso la calma. Si accomodò seduto sul letto.
<Capirai Bella. Credimi un giorno capirai.>
E così se andò di nuovo, lasciandomi su quel letto da sola, in quella stanza vuota, illuminata da una piccola bugia.
La cosa più dolorosa, tuttavia,  furono le lacrime, pensavo di averle terminate, e invece scesero di nuovo a sfinirmi.
Sentii la sua voce in camera. Ovattata. Pensava forse dormissi ancora, mi parlava dolcemente.
<Tu non hai idea di quello che hai creato in me, tu sei la penitenza per la mia anima. Quando ho posato il mio sguardo su di te ho trovato inferno e paradiso in un attimo solo. Tu non hai idea la mia sete di te, delle tue labbra, delle tue carezze, ma non posso anima mia. Non posso e non potrò mai. Tu e il tuo corpo siete richiami forti e continui e io devo resisterti, anche se non so quanto riuscirò ancora a farlo!>
Mi reggeva una mano mentre dolcemente si avvicinava al mio orecchio e sussurrava queste parole forti.
I miei occhi cominciavano a pizzicare, così decisi di fare quello che mi sembrava più giusto. Mi girai dalla parte opposta fingendo ancora di dormire.
Lui lasciò la mia mano, non prima di averle posato un bacio e sussurrato un "Perdonami se puoi".
Fui di nuovo sola, prendendomi del tempo per pensare alle sue parole, continuando la finta sonnolenza.
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4 commenti:

mikkiko78 ha detto...

Tesoro, trovo questo capitolo molto bello, mi piace perchè la storia si sta sviluppando piano piano e devo dire che questo in particolare mi ha emozionato tenendomi in tensione dall'inizio alla fine e non vedo l'ora di vedere gli sviluppi, anche se ogni tanto la voglia di appiccicare Padre Edward al muro è forte ma poi penso che è lui e .....non si può. <3

perrypotter ha detto...

Bello, veramente. A quanto pare, Edward è già molto preso da Bella ma è evidente che non può cedere. Sarà molto bello seguire questa storia.

Anonimo ha detto...

Mia cara come promesso ho letto l'intera storia, o almeno quello che hai postato fino ad ora. L'ho adorata dal primo rigo che ho letto. Mi ha emozionata e tanto. In particolare quest'ultimo capitolo... di una dolcezza indescrivibile. Complimentissimi
Ida Pagano

Anonimo ha detto...

Mumble... Mumble ... cosa nasconde il nostro Padre Edward...
me molto molto curiosa...
Ila Cullen