domenica, settembre 9

La Lunga Navata...




Sempre di domenica,
sempre uggiosa,
ma tanto ispiratrice!!!!

Spero vi piaccia il capitolo...

Io ne vado abbastanza fiera!!!!






Sorretta a mio padre muovi un passo…

"Ho aspettato per tutta la vita il momento giusto
per dirti come mi sento"

Un altro ancora…

"Tutto bene, va tutto bene da quando sei tornata"

Cammini lenta fissandomi...

"E prima di te
Non avevo alcun posto in cui precipitarmi
Niente da attendere
Sono stato così vicino alla resa"

Le candele ti illuminano…

"Così hai cambiato idea
E dici che sei mia
Non te ne andare stanotte
Resta."

Da oggi mia sposa saremo eternamente uniti.

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La vicinanza del padre di Edward mi incute terrore, ma so che mi apprezza e sta compiendo questo gesto per togliermi dall'impaccio di salire la navata da sola.

Ha il passo lungo ed il corpo impostato. Eretto e perfetto. Accanto a lui mi sento ancora più piccola. Edward di solito si accoccola a me, coprendomi di se, facendomi sentire sicura. Il padre di Edward riesce a destabilizzarmi, ma devo solo percorrere pochi metri e sarò nel mio abbraccio preferito.

È splendido. Nel suo talare nero, nuovo. Indossa un collarino azzurro. Un colore che si addice ad Edward. Ha le mani giunte in attesa di poter stringere le mie.

Come vorrei che mia madre fosse qui per vedere sua figlia sposarsi, nella cattedrale di Saint Paul, gremita di vescovi e di persone di ceto superiore al nostro, e tutti i loro sguardi erano rivolti a me. Una piccola e insulsa isolana che aveva rapito il cuore del più giovane prete anglicano di Londra. Il giovane dalla famiglia colta e potente che sposava una "contadinella". Ma io e Edward non eravamo questo.

Eravamo anime gemelle.

Un solo corpo.

Ma questo era inconcepibile per la Londra benestante. Edward mi aveva rassicurato in più di un'occasione che la nostra vita sarebbe stata a St. Agnes. Con il buon vecchio Charlie, con la nostra vita semplice sull'isola.

Così un altro passo verso il mio futuro marito.


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Bella come non mai, mia madre le aveva permesso di scegliere il modello, ricordando quello che fu della madre. La differenza stava nei tessuti scelti ai quali Bella non aveva potuto dire di no.

Una veste di seta bianco perla le cadeva sul corpo dando vita alla mia immaginazione, come una seta leggera segnava le sue curve perfette. Corpo esile ma proporzionato. Sopra questa un'altra veste ma di pizzo ricamato, legato sotto il suo piccolo seno da un nastrino in raso, solo per accentuarle il punto più prosperoso. Non era lo stile di Bella e sapevo che era scesa a compromessi con mia madre, ma devo dire che quell'abito gridava la bellezza di Bella.
Ma la cosa che più mi intrigava era il velo.
Tulle bianco a coprirle il volto fermato sull'acconciatura, e altro tulle bianco a farle da coda all'abito. Una lunga coda. Mia madre diceva che più il velo era lungo e più era importante la sposa. Mia sorella Alice seguiva la sposa avendo il compito di controllare il velo. Anche lei era raggiante e vestiva di celeste come mia madre e quasi tutte le donne del nostro casato. Un abbinamento richiesto da mia madre per l'anello e il colore preferito dalla sposa. E così era stato.

Pochi passi ancora e l'avrei presa tra le mie braccia per sempre…

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Sentivo gli sguardi accentuarsi sul mio cammino e sul mio splendido abito.

Quel pomeriggio in sartoria, con mia suocera, cominciammo a ragionare sull'abito.

-Vorrei poterti confezionare un abito degno del rito che andrete a svolgere-

-Io vorrei indossare un abito semplice, nulla di sfarzoso-

-Mia cara ovvieremo al problema, d'altro canto si sa, per queste occasioni, lo stile impero mette d'accordo tutti. Stile semplice, ma con i giusti tessuti risulterà un abito prezioso-

-Mi fido di voi Mrs. Cullen, so che mi guiderete verso la scelta migliore-

Non avrei mai obiettato alcunché ma solo per Edward, per il suo bene.

In fondo il genere di abito che mi aveva imposto non era poi così lontano dal mio gusto personale, e senza avere informazioni sui costi dei tessuti non avrei tremato indossandolo.

Quando lo andammo a ritirare, qualche giorno dopo, indossandolo mi sentii una principessa ed ero felice di aver assecondato mia suocera, la quale soddisfatta per il lavoro svolto, non fece altro che complimentarsi con me per la perfetta postura e la caduta dell'abito.

-Siete adorabile, Miss Isabella-

E quello per me fu il più bello dei complimenti.

Quell'abito era un gioiello e speravo tanto piacesse ad Edward.

Nascosta dal velo cercai i suoi occhi per capire cosa stesse pensando. Ero a pochi passi da lui quando le sue mani si slacciarono per allungarsi verso di me. Un gesto semplice ma che adoravo.

Nel suo sorriso un misto di gioia e fermento, era assolutamente la creatura più bella che potesse esistere sulla terra.

Lui era la semplicità fatta persona, e quella semplicità era la cosa che più amavo in lui. Mi aveva conquistata, e tra poco sarei stata sua.

Arrossii al pensiero della prima notte di nozze che da li a poco avremmo consumato. Ringraziai il velo che copriva le mie guance arrossate.


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Mio padre allungò il braccio su cui era poggiato quello di Bella.

-Grazie-

Mi rivolsi a mio padre che mi porgeva le mani della mia sposa.

Mi avvicinai per posare un bacio sulla fronte a Bella e notai i suoi occhi lucidi dietro al tulle.

Mi abbassai al suo orecchio.

-Sei magnifica mia dolce sposa, non potevo avere grazia migliore da far godere alla mia vista-

Accennò un timido sorriso ed io mi ricomposi.

Il rito anglicano durò un'ora e mezza tra omelie ed inni, ma quell'ora e mezza volò, perso negli occhi di Bella e nel calore delle sue mani strette alle mie.

-Vi dichiaro marito a moglie, che Dio benedica la vostra unione-

Nel momento in cui mi voltai verso mia moglie mi accorsi del suo sorriso bagnato da lacrime di commozione. Presi i lembi del velo e lo alzai per portarlo dietro la sua nuca. Alice, pronta, mi aiutò a sistemarglielo senza fare troppi danni.

Era luce e ne rimasi abbagliato.

Era mia. Era mia sposa. Era Isabella Cullen. Era la mia famiglia.


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Sentii le mani di Edward spostare il velo dal mio volto e fui emozionata dal constatare che l'amore che provavamo era talmente forte da riscaldare tutto ciò che ci attorniava. Era speciale, come il mio sposo.

Mi avvolse il viso tra le sue dolci e calde mani per baciarmi per la prima volta senza pudore ma come marito e moglie, e assaporai quel momento come se fosse l'ultima cosa al mondo che avrei fatto.

Ci perdemmo l'uno nell'altra fino a quando Alice, tossicchiando, non ci portò alla realtà.

Marito e moglie.

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Marito e moglie.

Ora eravamo una cosa sola. Io e la mia Bella. E la baciai come un pittore devoto bacia la sua musa ispiratrice, ci perdemmo in quel bacio tanto da essere richiamati da Alice la quale, tossicchiando, ci fece tornare con i piedi per terra.

Uscimmo dalla cattedrale mano nella mano, reggevo Bella nel suo cammino insidioso, dati i tacchi e il lungo strascico a cui non era abituata.

Al di fuori della cattedrale ci attendavano tutti i nostri ospiti che ci salutarono con lanci di petali di rose dai mille colori e vedere Bella felice e raggiante, accogliere questa pioggia, mi fece emozionare tanto da dovermi trattenere dal piangere.

La gioia era infinita. Non esistevano aggettivi per descrivere tutto questo.

Accompagnai mia moglie alla carrozza che ci portò a casa Cullen per il ricevimento. Mia madre aveva fatto le cose in grande stile, ma da brava donna di casa, aveva optato per il ricevimento all'aperto nel giardino dietro villa Cullen.

Arrivati a casa, Bella venne accompagnata al piano superiore, per un ritocco al trucco e venne liberata dallo strascico.

Quando scese le scale, mi gustai lo spettacolo.

Una regina avevo sposato. Lei, che in questi giorni aveva sentito il peso della differenza di ceto tra le nostre famiglie, oggi sembrava la regina d'Inghilterra.

Elegante, raffinata ma semplice. La mia Bella.



Grazie!!!
Stavolta attendo dei buoni consigli per la prima notte di nozze...
Eh si!!! Si avvicina!!! I piccioncini stanno per.....
Con Affetto al prossimo aggiornamento!!! Paola!!!!

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