mercoledì, novembre 23

Capitolo 5


Ok eccomi qua...
Una piccola premessa...

Quando ho cominciato questa dolce storia ho avuto come ispirazione una dolce canzone, la canzone è "Stay" degli "Hurts" una dolce canzone d'amore. E in questa storia ho fatto si che Padre Edward la scrivesse per la sua amata. (chiedo scusa agli Hurts per l'utilizzo improprio della canzone! Me in ginocchio!!!)
Per cui a chi mi seguirà in futuro capirà il perchè. 
Al momento Padre Edward ve ne darà un assaggio!!!!

Detto questo... Buona Lettura... 
Dalla vostra Erella!!!








Nei suoi occhi il gelo. 
Il suo solito verde smeraldo era improvvisamente ghiacciato diventando vitreo.
La paura.
Quella mia frase lo aveva impaurito tanto da raggelare pure la sua pelle.
Bianco come la neve, con gli occhi trasparenti per la paura, non muoveva un muscolo.
Stava a me farlo reagire.
<Spiegami. Perché io devo sapere.>
Silenzio. 
I suoi occhi fissi nei miei. 
Le sue labbra socchiuse e immobili. 
Le sue mani aggrappate al lenzuolo talmente strette da avere le nocche bianche.
<Parlami Edward perché il mio cuore è già compromesso e, sentendo le tue parole, non è l'unico.>
Nulla. 
Non dava cenno di vita.

Allora feci l'unica cosa che fino ad allora lo aveva fatto reagire.
Mi avvicinai al suo viso e lo baciai. 
Assaggiai le sue labbra e vi rimasi sopra abbastanza a lungo da sentirlo reagire. 
Non fu la reazione che mi aspettavo, il solito scansarmi. No. 
Rispose al mio bacio e mi tolse il fiato. Fu dolce, speciale e intenso fino a che le sue mani arrivarono alle mie guance e mi allontanarono. Senza fiato lo guardai mentre chiudeva le sue labbra su se stesse per assaporare il gusto di quel bacio.
Aveva ancora gli occhi chiusi.
Quando li aprì mi guardò per un attimo, poi mosse le sue mani facendo avvicinare la mia fronte alle sue labbra.

<Non posso.>
Posò un bacio sulla fronte.
Non potevo crederci.
Non poteva rispondermi così.
Non poteva dileguarsi in quel modo così assurdo.
Fece per alzarsi ma lo bloccai, avvinghiandomi a lui come una scimmietta.
<Edward ti prego non negarmi la verità. Se tu mi dicessi che ti sta succedendo magari potrei capirti e starti lontana. Ma devo sapere.>
Bugie in questa mia frase? Una. Grossa. Immensa. Ma non mi avrebbe parlato altrimenti.
Lo sentii fermarsi, abbracciarmi e delicatamente farmi sedere accanto a lui sul letto.
<Promettimi di ascoltare e non fermarmi, è così difficile per me parlare di questo.>
La sua testa bassa e le sue mani che stritolavano le mie, mi davano il senso di dolore che la sua voce cercava di nascondere.
<Bella, ho sempre studiato, non ho mai pensato ad altro nella mia vita. Avrei dovuto insegnare. Raccontare a gente della tua età le meraviglie della storia e della nostra lingua antica. Ma la vita non va sempre come desideriamo e la mia è di sicuro cambiata in poche ore.
Vengo da una famiglia di militari, mio padre e mio fratello Emmett sono rispettivamente Ufficiale Generale e Ufficiale Superiore dell'aeronautica militare Britannica. Lo scorso anno mia sorella Alice si è sposata con Jasper Hale Ufficiale Superiore anche lui come mio fratello. Quando c'è stata la chiamata alle armi contro Hitler sono stati richiamati tutti e tre al fronte, e come uomo in età abile alla guerra fui chiamato anche io. Ma ho sempre rifiutato le armi. La parola è l'unica arma che conosco e non avrei mai ucciso un essere umano solo perché qualcuno me lo imponeva. Così chiesi a mio padre di accettare la mia vocazione all'anglicanesimo. L'unica che mi appoggiava in questa situazione era mia sorella Alice. Il problema fu la reazione di mio padre. Ero una delusione per lui e glielo si leggeva in ogni parola che mi rivolgeva. Ma questo non mi fermò e presi i voti. Un pomeriggio, a qualche giorno dalla partenza dei miei familiari, mentre svolgevo i miei compiti di confessore, ebbi la visita di mia sorella. Non sapeva che fossi io in quel confessionale e cominciò a parlare pregandomi di non fermarla perché sarebbe stata l'unica volta in cui avrebbe confessato il peso che portava sul cuore. Mi disse di essere incinta, di aspettare l'erede di Jasper. Non capivo la sua tristezza fino a quando non disse quella frase che mi congelò. "Prega che Dio prenda me, non mio marito, prega che non lo mandi al fronte, non posso crescere un figlio da sola, deve conoscere suo padre…". La paura che l’ attanagliava era struggente, le sue parole erano lame. Io, fifone e codardo, non avevo voluto affrontare la guerra; mio cognato,invece, sarebbe diventato padre, ma avrebbe comunque rischiato la sua vita per l'onore, lasciando un figlio e una moglie ad attenderlo, vivo o morto ma ad attenderlo. Poi lei scappò in lacrime e io preso dallo sconforto andai a cercare Jasper. Dovevo fare qualcosa.>
La sua voce strozzata. La mia mano cominciò a viaggiare sul suo viso. Colsi qualche lacrima. Appoggiai le mie dita umide sulle mie labbra e sospirai.
<Non farlo Bella. Non merito alcun sentimento. Neanche la rabbia che proverai quando avrò finito la mia storia!>
Sussultai alle sue parole, quasi come se avessi udito un tonfo della porta. Spaventata da quelle parole abbassai il viso e mi vergognai del gesto fatto.
<Quando trovai Jasper lo supplicai di rimanere a Londra. Per sua moglie. Per suo figlio. Di tutta risposta mi disse che non accettava consigli da un codardo nascosto in una tonaca, che io non potevo sapere  del sacrificio e dell'amore per qualcuno quando l'unico scopo di un uomo di chiesa era rinchiudersi dietro ad un libro e ad una croce. Smidollato senza coraggio. Ecco quello che ero per la mia famiglia. Ma fu ancora peggio quando mi offrii di andare al fronte al suo posto. Ricevetti una tremenda umiliazione davanti a mia sorella. Mi rise in faccia urlandomi che non sapevo tenere in mano neanche il mio breviario senza tremare davanti ad un ufficiale, figuriamoci un arma davanti al nemico. Così me ne andai. Lasciai quella casa e mi rifugiai nelle mie preghiere. Ma il ricordo del pianto di mia sorella era impresso a fuoco nel mio cuore. Non potevo permettere che  rimanesse sola, con una creatura in arrivo. Così mi inginocchiai davanti a Dio e feci un voto.>
Le  lacrime avevano ricoperto le sue guance ma non avevo il coraggio di toccarlo, me lo aveva proibito.
<Chiesi a Dio di prendere me e non Jasper, di rimandarlo a casa da sua moglie e da suo figlio. Alice meritava questo. In cambio non potevo dargli altro che l'unica cosa terrena che mi rimaneva. La mia castità.>
Silenzio.
Ecco il "non posso" ecco tutto.
<Lasciami solo per favore.>
Me ne andai. Scappai dal suo dolore.

Non potevo rimanere in casa. Mi vestii della mia mantella e indossai il mio cappello a tesa larga. Dovevo allontanarmi il più possibile da lui. Cercai rifugio nel rumore delle onde. Il mio mare, l’unico che sapeva placare il dolore che provavo. Ci era riuscito quando mio padre sparì tra le onde e doveva riuscirci anche in quel momento portandosi via il mio amore per Edward. Camminai a lungo. 

Volevo dare ossigeno ai miei polmoni oppressi dal costato dolorante. Potevo sentirmi così dopo appena qualche giorno? Eppure il dolore era tutto così reale che non potevo solo immaginarlo. Lo stavo provando sulla mia pelle. Lo stavo sentivo trafiggermi come mille lame. Perché questo destino? Perché questo amore quando non era possibile? Perché?
Dopo un'oretta di lacrime e pensieri decisi di rientrare.
Non sapevo che cosa avrei detto ad Edward, ma non potevo lasciarlo solo nel suo dolore. "Una donna regge il carico emotivo anche dell'uomo" queste erano parole di mia madre. Me lo rammentava sempre quando mio padre non aveva le giuste reazioni in casa. Lei mi spiegava sempre che l'uomo senza la guida di una donna era perso. Così decisi di tornare sui miei passi. Prima della sua rivelazione avevo deciso di amarlo in segreto e così sarebbe stato il nostro futuro. Lui pastore dedito alla sua chiesa e io, fino al rientro di mia madre, gli sarei stato accanto come perpetua.
Entrai in casa.
Dolci note venivano dalla stanza della biblioteca accompagnate da un'angelica voce.

"Ho aspettato per tutta la vita il momento giusto
Per dirti come mi sento.
Lo sai che sto cercando di dirti che ho bisogno di te.
Sono qui senza te
Mi sento così perso, ma cosa posso farci?
Perché lo so che quest'amore sembra reale
Ma non so come sentirmi.
Ci diciamo addio sotto una pioggia scrosciante
Ed io crollo mentre tu te ne vai.
Resta. Resta…."
Un altro affondo al mio cuore.
Ma non dovevo cedere. Lo dovevo a lui.
A quest'anima in pena per un voto che lo stava distruggendo.
Così feci dei passi indietro verso la porta e cercai di fare rumore affinché capisse che ero rientrata.
La musica si spense subito.
Mi aveva sentita.
Ma non lo cercai. Corsi in camera mia. Mi buttai nel mio letto fingendo sonnolenza e mi lasciai andare ad un sonno riparatore.
Dopo poco sentii la porta aprirsi cigolando piano piano, un sospiro e poi di nuovo quel rumore.
Dovevo calmarmi prima di affrontarlo nuovamente. Dovevo placare i miei sentimenti e andare oltre.
Ce l'avrei mai fatta?
Dovevo!
E mi addormentai.








6 commenti:

mikkiko78 ha detto...

Nooooooooooooo, non può essere vero, un voto no, non è giusto che questo amore viva nell'ombra per colpa di una famiglia che non lo considera nemmeno, apparte Alice. Tesoro hai superato te stessa come sempre, questa storia è sempre più bella e questo capitolo è strepitoso anche se devastante e triste ma ci sta!!!! Complimenti

perrypotter ha detto...

:( come si fa a sciogliere un voto? chi può liberarti? non può essere vincolato in questo modo. ti prego dimmi che è a lieto fine.
bellissimo anche questo capitolo, complimenti

Anonimo ha detto...

Ecco è a lieto fine? si può sciogliere il voto? fata

mery robert ha detto...

Io penso ke i voti si possono sciogliere, se si vuole nessuno ti lega e una cosa personale, padre edward è anglicano qnd si può sposare. ma sarà un pò difficile sapendo l'entità del voto qnd bella dovrà avere un pò di pazienza ke alla fine l'amore vincerà(tutto qst e a parer mio nn dell'autrice ke è bravissima) complimenti ancora Pattz come sempre.

Anonimo ha detto...

ciaooooo...storia molto dolce e piena d'amore,il voto?non so,io non sono credente,quindi per me non è di alcun valore,ma per chi crede forse si.Amare non è un peccato.a parte questi pensieri,la storia mi piace moltissimo.Maria50.

Anonimo ha detto...

E quindi?? come si fa a sciogliere il voto? deve tornare vivo dal fronte o lo devono fare fuori???

NO NO NO CI DEVE ESSERE UNA SOLUZIONE ALTERNATIVA!!!
Ila Cullen