Bentrovate....
Padre Edward si troverà ora a dover affrontare qualche fantasma del passato.
Sarà abbastanza forte?
Io me lo auguro... e voi???
Cliccate qua -----> Dr. Masen e Padre Edward <----
Qui potete raggiungermi per ogni suggerimento/critica o dubbio!!!!
Sono a Vostra completa disposizione!!!!
Buona lettura e a presto!!!
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Passarono i giorni. Passò il Natale. Arrivò l'anno nuovo, e con lui Alice.
Bella si era allontanata dalla sua mansione di perpetua per dare modo ad Alice di ambientarsi e per occuparsi anche dell'eredità della madre.
Questa lontananza mi pesava, non mi concedeva sue notizie. Mi lasciò un biglietto la mattina in cui aspettavo mia sorella
"Edward pensa a lei. Io ci sarò sempre. Ma ho bisogno di sistemare un po’ le cose e i pensieri. Ti amo. Tua Isabella."
Mi aveva piegato leggere le sue parole. Dentro me sapevo che era giusto così. Aveva bisogno di recuperare quello che rimaneva della sua vita e io dovevo ricostruire il rapporto con mia sorella.
Quando la nave arrivò Alice scese senza farsi aiutare dai marinai e corse verso la chiesa. Non mi guardò neanche in volto. Sarebbe stato un duro periodo.
Bella non c'era.
Alice era un osso duro.
Presi il suo bagaglio, congedai gli uomini che l'avevano accompagnata sino a St. Agnes e tornai a casa.
-Alice? Dove sei?-
Silenzio...
-Sorellina… Un thè per scaldarti dal lungo viaggio?-
Silenzio...
Poggiai le valigie in corridoio. Mi avvicinai al camino in cucina. Era lì. In piedi. Gelata a causa del lungo viaggio.
-Alice…-
-Il fatto che io sia qui non implica che ci voglia rimanere. Tu sei quello che si nasconde. Non io.-
Il gelo lo aveva negli occhi e nel cuore.
Non era più la mia sorellina viziata e felice.
Era un iceberg e gettava ghiaccioli non parole.
Abbassai lo sguardo.
-Volevo solo essere cordiale. Qui in cucina trovi il necessario se vuoi farti un thè. Io vado in chiesa.-
Girai su me stesso e uscii di casa.
Stavo sistemando i libri dei canti sulle panche quando una piccola mano gelata si appoggiò sulla mia spalla.
-Edward voglio confessarmi.-
-Anche io Alice.-
-Che cosa ti fa pensare che io possa volerti ascoltare. Tu in quanto parroco sei obbligato. Io no.-
-Io però ne sento il bisogno.-
-Io.non.sono.un.confessore.-
Gli occhi sgranati, la voce profonda e fredda, le mani strette a pugno.
-Andiamo.-
Arreso al gelido atteggiamento di mia sorella l'accompagnai al confessionale e cominciai ad ascoltarla. Rabbia e caos nelle sue parole. C'era la mancanza del marito. C'era la morte nel cuore per il figlio perso. C'era la paura di non rivedere luce.
-Tu Edward non puoi capire il dolore di quei giorni in casa. Nostra madre chiusa in camera incapace di gestire il dolore di una figlia. Nostro padre partito per la guerra come suo dovere. Un fratello neanche tornato dalla trincea per abbracciare una sorella vedova, e poi tu. Un verme fifone e pauroso che si nasconde dietro ad una croce anziché sorreggere una famiglia come un uomo dovrebbe fare. Tu sei la vergogna fatta uomo. Anzi uomo era Jasper, non tu.-

E piangendo mi lasciò lì. Interdetto a bocca aperta.
La sera cenammo in silenzio.
Non mi riservava neanche un commento sul cibo.
La lasciai ai suoi silenzi.
Quanto mi mancava avere Bella per casa. I nostri libri, le nostre faccende. Tutto in compagnia. Ora invece Alice mi stava facendo pagare la sua solitudine, creando una voragine tra noi.
Era devastante.
Decisi comunque di rispettare il suo dolore lasciandole lo spazio che le serviva.
Andai a letto infreddolito.
Sognai.
Sognai di Bella e fu una dolce notte.
____
L'indomani mi alzai presto. La funzione mattutina mi attendeva.
Dopo aver svolto il mio compito rientrai in casa. Alice non si sentiva, andai nello studio, quello dove io e Bella avevamo passato i nostri migliori pomeriggi leggendo e conoscendoci. Mi mancava ma dovevo essere forte.
Scrivevo l'omelia domenicale quando sentii la porta aprirsi.

-Cosa avresti di così urgente da confessare Edward?-
-Nulla che possa togliere del tempo a qualcuno che non ne sia interessato.-
-Hai angosciato la mia anima tutto ieri, la notte ti ha portato consiglio?-
-A qualcun'altra no!-
-Certo che alzare la voce con una donna, per di più tua sorella ti è facile codardo.-
-Alice smettila.-
-No, tu devi smetterla… Tu devi solo patire le mie stesse pene!!!-
-Per quale motivo??-
-Oh buon Dio…-
-ALICE ti proibisco di nominarlo.-
-Ah si??? E Jasper e mio figlio??? Si è preso tutto e io non devo nominarlo?-
-Io…-
-Tu cosa??? Tu sai solo parlare ma questa volta non te lo concedo. Tu sei colui che solo per pena nei miei confronti si è messo in ridicolo davanti a mio marito. Tu sei il motivo per cui io e Jasper abbiamo litigato prima che lui partisse per il fronte. Tu sei il motivo per cui non ho un marito. Tu sei la mia croce!!-
Mi avvicinai a lei.
-Alice io non potevo sapere…-
-TU NON SAI MAI NULLA, TU NON FAI MAI NULLA, MA TU SEI QUI E JASPER NO!-
-Potessi cambiare la mia vita con la sua lo farei.-
-FALLO! RIDAMMI LA MIA VITA FELICE! SE IL TUO DIO E' COSI' GRANDE CHE MI RIDIA MIO MARITO E IL FIGLIO CHE PORTAVO IN GREMBO!!-
-Alice io… io… ci ho provato. Avevo offerto la mia vita a Dio in cambio di quella di Jasper. Ma il Signore ha progetti ben diversi da quelli di noi comuni mortali.-
-E con questo io dovrei dire che mi basta?-
-Avevo fatto voto di castità. Avevo supplicato il Signore di prendere me al posto suo… Alice… ti prego ascolta le mie parole… -
Abbassò lo sguardo.
La resa.
Ci avevo provato e ora mia sorella lo sapeva.
Ci avevo provato nell'unico modo che conoscevo e a lei non rimasero che le lacrime.
Il pianto e lo sfogo vinsero la freddezza di Alice.
Il suo cuore era dopotutto simile al mio.
Passammo la mattinata abbracciati cercando il calore che questa dura vita ci aveva tolto.
In quei momenti cercai di pensare anche alla mia Bella.
Mi mancavano le sue canzoncine mentre puliva. Mi mancava il suo rimproverarmi se asciugavo male le stoviglie e mi mancava abbracciarla o farmi sentire forte per lei.
Con lei accanto mi sentivo uomo.
Nel vero senso della parola e mi piaceva.
-Alice, io oggi non ho obblighi per cui se ti va potremmo passeggiare lungo la costa-
-Andiamo. Devo conoscere questo posto visto che per un po’ ti farò compagnia.-
Le feci fare la passeggiata dalla chiesa al faro. Il posto preferito di Bella.
Era come se nei nostri luoghi trovassi la forza per far uscire la mia voce con mia sorella.
Camminammo un po’. Ad un certo punto Alice bloccò i suoi passi.
-Edward solo una cosa…-
Mi voltai e vidi di nuovo gli occhi azzurri di mia sorella divenire di ghiaccio.
-...Tu ti eri offerto, tu ci avevo provato, ma alla fine hai lasciato che le parole di Jasper vincessero sulle tue preghiere…-
Attendevo la pugnalata.
-…perché non hai agito… Ho perso tutto. Ho perso!-
E il ghiaccio in un attimo si sciolse. Le guance umide e le mani intrecciate a chiedermi risposte.
Ma non ne avevo.
Ne avevo per me. Non adatte a mia sorella.
Mi avvicinai a lei.
-Tu non sai quanto avrei voluto partire. Ma in un certo senso è riuscito a farmi capire con la sua altezzosità che non sarei sopravvissuto un giorno in trincea. Che sarei stato un danno anche per gli altri.-
-Lo hai pensato tu Edward!-
-Non ho mai sparato ad un essere vivente. Nel mio cuore c'è solo il perdono.-
-Nel mio no.-
-Non perdonarmi Alice. Non ora. Ma fammi essere la tua guida in questo momento per te così fragile. Tuo fratello Edward non esiste più,
c'è solo un chierico che ha tempo di ascoltare una pecorella smarrita. Ogni tua lacrima, ogni tuo dolore deve essere alleviato, e una volta che sarai capace di affrontare parleremo di nuovo delle mie colpe. Una ad una. Pronto a subire ogni tua reazione.-
-Edward… mi servirà tempo.-
-Qui Alice a St. Agnes abbiamo solo il tempo a farci compagnia.-
Un breve cenno con la testa fu la sua risposta.
Ne ero felice. Avevo compiuto un piccolo passo in avanti.
Ora dovevo pensare a Bella.
Tornando verso casa mi rivolsi a mia sorella.
-Alice un'ultima cosa. Oggi pomeriggio andrò a prendere la perpetua in paese. Non voglio che faccia la strada da sola. Tra l'altro ha una stanza qua per cui se lei se la sentirà dormirà con noi per un po’.-
-Non ha casa sua?-
-Ha appena perso la madre, sta soffrendo molto e non voglio che stia sola.-
-Una donna matura che sente la solitudine della madre morta…-
Quasi un ghigno dalla sua bocca.
-Bella è giovane. Era sua madre la perpetua. Ora ha preso il suo posto.-
-Ah si??? E di che età sarebbe questa giovane donna?-
-È maggiorenne, ti basti questo da sapere. Se farete amicizia te ne parlerà lei.-
-Io amicizia con la perpetua?-
-Tu puoi avere per amica anche una rosa.-
-Ecco il pacifista. Va beh… faremo questo sforzo.-
-Allora mi accompagni?-
-No. Mi riposerò.-
-Chiederò a Jacob di non allontanarsi da casa per il camino e la cena.-
-Come preferisci. Non sono un fiorellino delicato.-
-Bene. Io vado.-
___
Bussai alla porta.
Una fredda porta di legno laccato.
-Avanti…-
La sua voce. Il mio rifugio felice.
-Bella, sono padre Edward…-
I suoi passi accelerati verso di me mi riempirono di gioia.
Aprii le mie braccia e la accolsi addosso a me.

-Mi sei mancato…-
-Anche tu…-
-Vieni entra a scaldarti.-
Mi accomodai nel salotto. Mi porse una tazza di the.
-Raccontami…-
-È difficile Bella. Ha tanto odio e rancore nel cuore e io mi sento impotente.-
-Ma tu sei un'anima speciale e saprai curarla…-
-Lo spero tanto. E tu sei pronta a conoscerla?-
-Certo, vuoi partire subito Edward?-
-Si, non vorrei lasciarla sola per la notte, non ancora.-
-Perfetto, la mia borsa è già pronta possiamo incamminarci.-
E così facemmo. Arrivammo dopo l'ora di cena. Alice aveva già cenato ed era andata a coricarsi.
Mangiammo un pezzo di pane e poi ci dirigemmo nella nostra stanza per le letture.
Era tanto che non dividevo questo spazio con lei. Ne sentivo la necessità.
Ci sedemmo sul divano con Ragione e Sentimento e cominciammo le letture. Mentre leggevamo delle avventure dei Dashwood e delle loro figlie, ebbi la necessità di carezzarle una guancia.

La sua pelle candida e giovane era attraente.
Tolsi la mano e cominciai a sfiorarla con dolci e leggeri baci.
Allontanai il mio sguardo e notai gli occhi di Bella puntati sul testo, le sue guance diventare color porpora e il libro che teneva in mano tremare, a causa del moto delle mani.
-Bella, non sai cosa sia stato questi giorni senza di te.-
-Oh Edward, si che lo so! Ho passato le giornate a pulire le finestre sperando di vederti arrivare-
-Piccola il mio cuore sta pulsando così forte che ho paura di avere un attacco.-
-Abbracciami Edward-
E non me lo feci dire due volte.

La strinsi a me.
-Bene!!! Vedo che in quest'isola le perpetue si occupano in tutti i sensi dei propri parroci!!-
Mi staccai da Bella e saltai in piedi.
-Alice lei è…-
-...La persona per cui il tuo voto non ha avuto valenza. Edward, io e te non abbiamo più nulla da condividere. Al più presto lascerò questo posto e le tue tresche che mi fanno vomitare. Mi devo allontanare.-

1 commento:
Urca!! è incazzata nera, ma Padre Edward se posso ha sbagliato ad avvicinare Bella in casa con sua sorella che "gironzola"....è logico che traesse conclusioni affrettate....è anche vero che x Padre Edward Bella è tutto e nn può farne a meno.....vedremo che succede...Grazie!! kiss <3
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