"Mia dolce Bella,
oggi ho finalmente chiarito la mia situazione e ti scrivo per
annunciarti che il vescovo in persona si è offerto di officiare al nostro
matrimonio e proprio qui a Londra, nella capitale, nella cattedrale di Saint
Paul con tutti gli onori che riserva il rito di un membro del nostro ordine.
Purtroppo a questo non ho potuto rifiutare. A tal proposito il mio consiglio è
di abbandonare tutti i preparativi e di raggiungermi qui a Londra. La mia
improbabile famiglia vuole conoscere la mia futura moglie, colei che è riuscita
a far aprire il cuore ad Edward Cullen l'anti-famiglia. È troppo per te, o
posso chiederti questo viaggio come tuo personale regalo di nozze per me?
Spero tanto di vederti quanto prima.
Avrei prenotato per tutti e tre il prossimo traghetto per
Londra. Il 27 di questo mese, esattamente tra 15 giorni.
Questa lettera ti verrà recapitata da un Parroco di Londra che
mi sostituirà per tutto il periodo della mia lontananza da St. Agnes.
E tu? Tu sei pronta a dividere la tua vita con me?
Con questo sconosciuto che si sa rifugiare solo nelle letture e
nel "suo" mestiere?
Spero tanto di si, con tutto il mio cuore. Anzi mi correggo, il
tuo cuore.
Oh mia dolce amante, tu l'hai rapito e ne hai fatto cosa tua.
Batte solo nell'attesa di riavvicinarsi a te, al tuo contatto, al tuo dolce
sorriso e al tuo arguto intelletto.
Sei la passione che lo anima ogni volta che mi corico e una
lacrima di nostalgia irrora il mio viso.
Ti aspetto su quel porticciolo, ti aspetta il tuo cuore.
Ti chiedo solo in questi ultimi giorni che ci separano di
ricordare alcune parole, quelle che il mio cuore ha scritto pensando a te.
Magari cercando di ricordare la melodia che tanto adoravi ascoltare nascosta
dietro la porta della mia stanza. La nostra melodia.
"Ho aspettato per tutta la vita il momento giusto
Per dirti come mi sento.
Lo sai che sto cercando di dirti che ho bisogno di te.
Sono qui senza di te
Mi sento così perso, ma cosa posso farci?
Perché lo so che quest’amore sembra reale
Ma non so come sentirmi.
Ci diciamo addio sotto una pioggia scrosciante
Ed io crollo mentre tu te ne vai.
Resta.
Perché mi sono sentito così per tutta la vita
Ma non sono mai riuscito a trovare le parole per dire
Resta.
Tutto bene, va tutto bene
Da quando sei tornata
E prima di te
Non avevo alcun posto in cui precipitarmi
Niente da attendere
Sono stato così vicino alla resa.
E mi chiedo se lo sai
Come ci si sente a lasciarti andare
Mi dici addio sotto una pioggia scrosciante
Ed io crollo mentre te ne vai.
Resta.
Così hai cambiato idea
E dici che sei mia
Non te ne andare stanotte
Resta."
Cosa ne pensi? Spero ti piaccia perché dal nostro primo incontro
è questo quello che ho pensato, e tra qualche tempo te le canterò suonando al
nostro pianoforte, nella nostra casa, sulla nostra isola, nel nostro mondo.
Dicono che la bellezza sta negli occhi di chi la guarda, e non
immagini quanto mi manchi guardare il tuo viso così bello e armonioso, le tue
guance morbide, dal colore della pesca. I tuoi occhi e il loro colore caldo che
mi mancano tanto da togliermi il respiro. Ti amo mio piccolo fiore e bacio
questo foglio come bacerei le tue morbide e rosee labbra.
Buona notte mio dolce amore e a presto.
Tuo Edward!"
Chiusi
la lettera, alzai il mio sguardo verso Alice.
-Partiamo-
Alice
mi sorrise e tornando sul messaggero nonché sostituto Padre Brown.
-Padre
venga, lo accompagno a casa-
Alice
aveva compreso la mia confusione e prese le redini della situazione.
Accompagnò
il sostituto a casa, quella che per un po’ non sarà la nostra a causa del
viaggio del matrimonio e del mio Edward.
Potevo
amare più di così? Non lo so. Le sue parole però mi dimostravano la portata del
suo amore.
Mi
avviai anch’io verso casa, anche se prima dovevo andare in un posto.
_____
Da
lontano non potevo che riconoscerne la sagoma.
Ha
sempre voluto bene a mia madre, si è sempre preso cura di noi due. A piccoli
passi mi avvicino e mi siedo accanto alla lapide e quest'uomo dal baffo ancora
scuro.
-Charlie,
tra tre giorni raggiungerò Edward a Londra non so quanto starò via ma so che i
fiori a mia madre non mancheranno mai-
-Mai
piccola Bella, cosa farai a Londra? Se posso...-
-Edward
ha parlato con il vescovo della nostra intenzione di sposarci-
-Sposarvi?
Non è una decisione affrettata?-
-No
Charlie, anche se sembra strano, lui ha promesso di prendersi cura di me. Io
qua non ho più nulla se non i ricordi della mia infanzia, mia madre voleva per
me una nuova vita, una vita di studi e viaggi ma non avevo messo in conto
l'amore. Mi sono trovata a pensare quale delle due vie dovessi scegliere. A
pensare quale fosse la più giusta o la più sbagliata. E forse sarebbero giuste
o sbagliate entrambe. E l'unica cosa che potevo fare era seguire ciò che il mio
cuore mi diceva. Mi ha detto di rincorrere il mio Edward e di coltivare l'amore
che provo per lui. Ora lui è a Londra per occuparsi della sua famiglia e delle
carte per il matrimonio, volevamo sposarci qua, con tutti voi al nostro fianco,
ma il vescovo vuole che venga officiato a Londra in cattedrale, con tutti gli
onori che riservano ai suoi officianti-
-Sei
cresciuta, mia piccola Bella-
-Sono
cresciuta anni fa, con mia madre e con le tue cure Charlie-
Mi
abbracciò, in modo abbastanza impacciato, come era nella natura di Charlie, e
anche un po’ mia.
-Saluto
mamma e poi devo prepararmi per il mio futuro-
-Ti
serve qualcosa Bella? Soldi, abiti…-
-Ho
tutto mio buon amico, ti chiedo solo di pensare a mia madre ed alla sua casa-
-Certo
piccola mia e torna presto-
I miei
occhi pungevano, aumentando di intensità vedendo Charlie commuoversi.
-Meglio
che vada-
Mi
alzai e carezzai un'ultima volta il nome di mia madre. E voltandomi lasciai
Charlie ancora li seduto accanto a mia madre.
____
Ero in
nave da un po’. Il mio sguardo verso la sponda opposta, in attesa della costa e
di una sagoma nota. Mi voltai verso la prua e notai Alice infreddolita e
abbracciata a Jacob. Sorrisi a quella visione, mi massaggiai le braccia in
cerca di quel calore che tanto mi dava l'abbraccio di Edward. Ma di li a poco
lo avrei di nuovo visto sarei stata di nuovo con lui.
Contavo
le onde.
Il
tempo non passava.
La
costa tardava a farsi vedere.
Ma poi
un faro. Una luce dapprima leggera, prepotente e fastidiosa poi.
Un
piccolo porticciolo, qualche figura indistinta. Ma alzandomi in piedi sul
traghetto e con l'aiuto delle lanterne del porto notai la sua figura.
La sua
rossa chioma, le sue larghe spalle, il suo abito talare….ma il mio cuore fu il
primo ad esserne convinto. Come una calamita tendeva verso quell'ombra sulla
terra ferma.
-Bella
rischi di cadere in mare, siediti-
Jacob
mi stava rimproverando, ma io non potevo sentirlo, o non volevo. Volevo Edward,
volevo il suo abbraccio volevo il suo bacio. Volevo lui.
Non so
neanche se il traghetto attraccò per bene ma mi fiondai sul molo correndo verso
la mia ombra preferita. Riconobbi il suo sorriso nel momento stesso in cui udii
il marinaio lanciarmi ogni bruttura rivolgibile ad una donna, e corsi a pieno
ritmo verso lui. Lui dal canto suo resistette fino a che non cominciò a correre
verso me.
Il
nostro abbraccio fu qualcosa di potente e assolutamente inevitabile. Due
calamite unite dopo tanta distanza.
Piangevo
e sorridevo allo stesso tempo tra le sue braccia e lui mi cullava come a
calmare il mio cuore impazzito.
-Sono
qui Bella, sono qui per te, per sempre-
Lo
strinsi a me più forte che mai.
-Edward…-
-Sono
qui piccola mia, non ti lascio mai più-
Sorridendomi
alzò lo sguardo notando intorno tanta gente che quasi emozionata quanto noi
osservava il nostro abbraccio.
-Fratellone
anche a me mi saluterai così calorosamente?-
Sorrise
staccandosi da me ma tenendo sempre la mia mano.
-Bentornata
in Inghilterra sorellina. Jacob è un piacere averti qua con noi. Ora però è
meglio partire abbiamo ancora un giorno di viaggio verso casa-
Jacob
ed Edward caricarono sulla carrozza su cui avremmo viaggiato per le prossime
ore.
Ci
accomodammo ed Edward mi porse una coperta per il viaggio.
-Appoggiati
e riposa piccola-
-Non
lasciarmi mai più-
-Mai
più. Ora dormi un poco-
E
sognai, sognai l'abito, la musica, sognai persino mio padre accompagnarmi
all'altare. E dondolata dal rumore degli zoccoli dei due cavalli che mi stavano
portando a Londra sprofondai nel sonno più ristoratore della mia vita.
Nel
suo abbraccio mi sentivo protetta. Non importava il perché.
Nel
suo abbraccio ero a casa. Non importava il dove.
Nel
suo abbraccio ero felice.
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