giovedì, novembre 8

Il Tuo Ricordo Mi Scalderà...


Eccomi Lettrici e Anime Pie!!!

Vi ho lasciato un messaggio a fondo pagina!!!!

Buona Lettura...





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-Te la senti di occuparti di quella creatura? Potrei comunque farlo io, potremmo chiederne l'adozione, comunque non ha nulla a che fare con tutta la cattiveria che lo circonda-

-Bella hai ragione, ma in cuor mio nessun bambino potrà mai prendere il posto della mia dolce creatura. Quando l'ho perso il dolore mi ha riempito le ossa, tanto da sentir male ad ogni mio singolo movimento. Pensavo che il dolore non sarebbe mai passato, che la mia vita non avrebbe più visto luce. Poi ho conosciuto la semplicità di questa vita, e a poco a poco ho lasciato che piccoli spiragli mi guidassero verso la guarigione. Non sono guarita, sono offesa nel cuore, e ora che i miei genitori mi chiedono questo disumano sforzo lo sono ancora di più, ma ti prego di credermi quando ti dico che amerò questo bambino come fosse il mio. In fondo una parte di Jasper vive in lui e se anche le anime semplici non capiscono il mio legame con Jasper non potrei mai tradirlo. Anche se lui lo ha fatto. Da sempre, io lo amo come si ama un defunto, e cioè qualcuno che ha fatto parte della mia vita al passato, non nel presente. Nel mio presente c'è amore vero, quello di un uomo, di un fratello e di un'amica speciale. Bella, la mia vita è qui e questa creatura deve crescere nella nostra serenità, glielo devo-

Gli occhi lucidi di Alice placavano le nostre ansie, quel piccolo corpo aveva trovato forza dentro se, ed era pronto a spiccare il volo.

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-Edward non vieni a letto?-

Era seduto sullo sgabello del suo pianoforte fissando quell'alternanza di bianco e nero, avorio ed ebano, timidamente sfiorati dalle sue lunghe dita.

-Edward…-

I suoi occhi erano presi nei pensieri che gli facevano fissare la mente altrove. 
Mi ero rannicchiata nella vestaglia di lana, quella che lui riteneva mi ingoffasse, diceva che se la indossavo i suoi pensieri impuri da neo-marito svanivano. Ma purtroppo era un ottimo scaldotto, e nelle notti più fredde, mi era utile.

Come quella sera, in cui i suoi pensieri ci tenevano distanti, sentivo freddo da sola nel letto, ma sapevo dovevo trovarlo. Era come se quello strumento gli desse forza e lo sorreggesse nei momenti più bui, e ne ero gelosa. Volevo imporgli io quella forza, quella sicurezza.

Volevo essere io il suo appiglio, ma compresi quanto prima che tutto questo era molto più grande di me e molto probabilmente anche di lui. 

Mi avvicinai allo sgabello. Mi sedetti accanto a lui, spalla a spalla, ma ancora nulla. Non era in quella stanza con me. Un po’ avvilita poggiai la testa sulla sua spalla sospirando rumorosamente.

Sentii le sue labbra posarsi sui miei capelli.

-Andiamo a letto o ti prenderai un malanno-

-Andiamo…-

Mi prese per mano e ci infilammo sotto le coperte. Mi raggomitolai addosso a lui cercando di aderire al suo corpo scaldandomi. La sua reazione fu quella di accogliermi non solo nel suo abbraccio, ma anche nella sua morsa d'uomo voglioso della sua donna. Cominciò a strofinare i suoi piedi sui miei polpacci, dapprima con la scusa di scaldarsi, poi in modo sempre più profondo e graffiante. Avvicinai le mie labbra alle sue e sospirandogli addosso in bocca la mia voglia lo sentii farsi più audace. Le sue mani si fecero strada sopra la mia camicia da notte percorrendo la schiena infreddolita. La sua lingua non mi permetteva di gemere come avrei voluto. Tutto il freddo sentito pochi istanti prima di colpo passò. 

La mia camicia da notte a poco a poco salì, portando l'orlo sino alle cosce. In quel momento, come attratta da una forza magnetica, la mano sinistra di mio marito scese ad accarezzare la mia pelle irsuta dai brividi di piacere. Le sue carezze per nulla lievi lasciavano scie di calore. Ed era come se le sentissi imprimersi in ogni singola nervatura, muscolatura fino all'osso. Era come se ogni volta che mi toccava volesse lasciare un segno. Un frammento di se in me. E senza aspettare oltre, ci liberò degli abiti da notte, tutto questo senza mai staccarsi dalla mia bocca. Mi piaceva questo suo lato avido. Viveva la sua intera esistenza a prodigarsi per gli altri, ma quando si trattava di me non si risparmiava, mi voleva tutta per se, e mi donava il suo piacere di conseguenza. Forse era egoistico ma non gli potevo negare questo suo piccolo peccato. Forniva ottimi svaghi anche a me. D'un tratto mi trovai con la schiena poggiata al materasso e il suo bel corpo sopra il mio, e come in una danza, dove lui ne faceva da portatore, mi trovai a seguirlo assecondando ogni suo gesto e senza tanti preamboli fu in me. Era pieno, caldo e perfetto. Ed era la cosa che più mi piaceva sentirgli dire quanto ci amavamo. Mi sussurrava che eravamo perfetti, che calzava meravigliosamente per me e che nessuna unione poteva essere più completa. E così era. Quando lui era dentro di me eravamo una cosa sola, unica.

Le sue spinte forti e possenti volevano ricordarmi quanta voglia di me ci fosse in lui e, al contempo, quanto volesse donarsi completamente a me.

Quando, in preda agli spasmi del piacere, sentii la sua voglia riversarsi in me mi ritrovai ad osservarlo nella sua splendida smorfia di piacere e d'improvviso la coscienza di potergli donare questo mi portò per l'ennesima volta al culmine del piacere, gemendo come se fossi posseduta da un'altra me in versione animalesca. Un suono roco e profondo, nato dal centro del mio piacere ed espanso per tutte le mie lunghezze, trovò sfogo nelle mie corde vocali.

Accasciati, sfiniti, ma appagati, ci addormentammo stretti nel nostro amore immobili, come due statue. 

Capii che aveva bisogno di certezze e di tutto il mio supporto.

Realizzai che il suo amore era forte ma che ora, proprio da questo, doveva trarre tutta la forza possibile.

Il mattino dopo, appena le sue palpebre iniziarono a muoversi, cercando di combattere la luce accecante del primo sole, adorando le sue smorfie buffe ed impacciate dal sonno, lo attirai a me.

-Buongiorno amore mio, riposato bene?-

-Dormire su di te, usarti come cuscino, mi fa tardare la sveglia e la voglia di alzarmi-

Poi lo sentii armeggiare con le coperte e sparì dalla mia visuale.

Si fermò all'altezza del mio inguine e cominciò a parlare alla mia intimità.

-Parlo a te, mio piccolo fiore… A te che stanotte mi hai donato piacere estremo, a te che sei mio e che devi rimanere tale; quando sarò via dovrai badare alle pulsioni della tua padrona, raccoglierle tutte e tenerle per il mio ritorno!-

Risi della leggerezza di quel gesto e lo issai a me aggrappandomi con le unghie alle sue spalle. 

-Tu, Edward, sei un folle, ed io ti amo per questo!-

Ci baciammo a lungo, come due piccioncini, fino a che non mi venne l'idea di chiedergli di passare il pomeriggio in compagnia sua e delle nostre letture.

-A proposito, dolce amante mia… Nello studio troverai qualcosa per te… Per cui, ora, ai nostri compiti mattutini e dopo pranzo ti mostrerò tutto-

Eccitata all'idea del nostro tempo nello studio e di vedere cosa mi avesse riservato, scesi dal letto ed iniziai la mia giornata.

Una buona giornata se questo era solo che l'inizio.

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Il pranzo fu rapido, eravamo solo noi due; Jacob mi aveva fatto sapere che Alice, ancora provata dalle ultime verità, non voleva lasciarla sola. Così pranzammo in tranquillità, tenendoci per mano e sorridendoci a vicenda, tra una forchettata e l'altra. 

Al termine Edward mi aiutò a pulire la cucina e poi mi fece strada verso lo studio.

Sul tavolo dello studio c'era un pacco, di quelli con carta rigida ma rilegato a mano, legato con dello spago e sopra i sigilli del porto.

-Quando è arrivato?-

-Ieri sera-

-Chi lo manda?-

-Leggi il mittente-

Mi avvicinai e lessi che il mittente era proprio mio marito.

-E' partito da Londra subito dopo di noi; ho lasciato disposizioni precise ad uno dei camerieri di Villa Cullen; i miei volumi, la mia collezione di testi ti verrà recapitata, in più spedizioni, ma voglio che sia tua, che arricchisca la tua mente, la tua sete e la tua fantasia, e che, nei giorni in cui sarò via, ti tengano compagnia. È il mio personale regalo per la mia dolce e curiosa mogliettina-

Con foga mi avventai su quello spago e mi liberai di quella copertura. Erano una dozzina di testi. Inviati a caso, c'erano romanzi ma anche libri sulla religione e sulla storia. Probabilmente testi di studio di Edward.

Mi voltai verso il mio sposo con in mano uno di questi volumi. 

-Uhm… La battaglia della vita… Titolo più simbolico non potevi trovarlo…-

Rise della mia espressione quando fissai il libro che stringevo tra le mani, un volume rilegato in pelle rossa con finiture e scritte color oro.

-Un bel romanzo d'amore, che ne dici di leggere proprio questo oggi?-

-Oh si parlamene amore mio, raccontamelo…-

-E far svanire il gusto della scoperta pagina dopo pagina?-

-Si, perché quando ne leggerò ricorderò le tue parole e sarà come averti qua accanto a me-

-Amore mio starò via pochi giorni, io ed Alice torneremo con il bambino e poi non ci separeremo mai più-

-Promesso amore mio?-

-Promesso!-

E mi baciò.

Quel pomeriggio non studiammo affatto. O per lo meno non sui libri, Edward si divertì a darmi lezioni di anatomia.

Quando mi parlava con voce roca e carica di voglia sentivo le gambe tremare e cedere. Ma quel pomeriggio così lungo e passionale fu così bello che negli anni probabilmente lo avrei ricordato per sempre.

Testammo il tavolo di studio, la libreria e il divanetto con la dormeuse annessa; non eravamo mai stanchi di noi.

A pomeriggio inoltrato però venimmo disturbati dal bussare alla porta dello studio.

Dapprima colpetti leggeri quasi a non disturbare ma, non avendo fiato e dovendoci ricomporre dall'intensa attività provata, ci mettemmo più del previsto a rispondere, tanto che sentimmo bussare una seconda volta con più forza.

-Edward, Isabella, devo chiedervi di aprirmi, sono Charlie, ho bisogno di parlarvi. Alice…-


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Eccomi qua... 

Un paio di spiegazioni per l'attesa che avete dovuto subire.

- Blocco emotivo
Sono stata 20 gg sulle prime tre righe. Non riuscivo a sbloccare le mie parole, a mettere su "carta" ciò che questi due protagonisti dovessero fare, è un capitolo di passaggio, e come tutti i miei capitoli di passaggio sono ingarbugliati e incasinati!!! (Mikkiko hai fatto un gran lavoro!!!) 

- Poca voglia di visualizzare la coppia E/B
Sono un pò delusa dal Fandom e dall'accanimento sui due protagonisti, per questo per andare avanti vi chiedo di pensare che per scrivere questo capitolo mi è servito rileggere l'Edward della Meyer, l'Edward egoista ma tanto amorevole. (Ho sbottato spesso in questo caos mediatico!!! Per questo non aggiungo foto! Scusatemi...)

Per tutti questi motivi so che il capitolo non verrà apprezzato ma era dovuto!

Vi ringrazio e aspetto un vostro personale giudizio!

Ci saranno altri viaggi e altri capovolgimenti, spero di vedervi tutte qui anche al prossimo aggiornamento!!!



(Questa ero io fino a poche ore fa!!!)




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