lunedì, novembre 12

Lontano... Ma non troppo!!!


Eccomi qua, stavolta dovevo farmi perdonare l'attesa del capitolo precedente --------------> Lo trovate qui, l'ho pubblicato 4 gg fa!!!


Siamo ad una piccola svolta, molte di voi mi avevano chiesto di Emmett... Ebbene qua farà una piccola e breve incursione, è un altro tassello del passato di Padre Edward...

Bene...

Vi lascio alla lettura, spero sempre di riuscire a coinvolgervi!!!
Sono un'anima romantica e lagnosa sicchè...
 





Buona Lettura!!!



-Sarà un lungo viaggio, fatto di lotte e parole forti, di notti in cui sentirò la tua mancanza in modo assoluto, ma quando tutto sarà finito, quando riattraversò questo pontile, mi perderò nel tuo abbraccio e ne sarà valsa la pena-

I miei occhi lucidi persi in quelli di Bella, nel nostro saluto.

-Sarò qui ad aspettarti, ad attendere ciò che il Signore ci ha riservato, sarò qui per te, per noi, per Alice. Ma sarò anche aldilà della costa, accanto a te, sempre-

La baciai con la stessa passione carnale con cui l'avevo amata tutta la notte.

La piccola imbarcazione si allontanò a poco a poco dalla mia vita, e il mio cuore cominciò a battere impetuoso, quasi volesse uscire dalla mia cassa toracica e raggiungere il piccolo porticciolo.

-Non starò troppo lontano da te amore mio. Sei ossigeno per i miei polmoni-

_______________________________


La grinta e la voglia di famiglia doveva avere la priorità sulla situazione che stavo affrontando. Mia sorella accanto a me, nuova veste, più sicura, ferma nella sua decisione, convinta della sua scelta.

Spalancammo la porta che dava sul salone. Una culla. Un fagotto. Non servì altro. Poche ore dopo aver accudito il bambino andammo verso la Cattedrale di Saint Paul, mia sorella firmò i documenti per la nuova anagrafe del piccolo.

-Nome?-

-Jasper Cullen-

-Chi sarà il padrino di Vostro figlio?-

Mi feci avanti.

-Io, Padre Edward Cullen, ministro della chiesa anglicana, fratello di Miss Alice Cullen-

-Bene, sigli la sua dichiarazione-

Avevo svolto la richiesta di mia sorella. Era suo figlio.

Come uscimmo dalla cattedrale, Alice si rivolse a me.

-Lo so che è tardi, ma voglio tornare subito a casa-

-Certo Alice, non hai paura che il piccolo Jasper possa risentirne?-

-L'aria malsana di Londra non fa più per noi, andiamo-

Forse poteva sembrare egoistica la scelta di Alice, ma era da parte mia completamente comprensibile.

Al porto chiesi di poter usare un'imbarcazione con qualche cabina, nulla di lussuoso ma comunque comodo per il piccolo.

Con mia immane sorpresa trovammo Emmett al porto.

-Lasciate che almeno vi possa accompagnare, ho troppo da farmi perdonare-

_______________________________


La sensazione al rientro fu molto più forte del mio primo allontanamento da lei. Era cresciuto tutto: l'amore, la passione, il desiderio, la stima, e se non avessi calmato i miei pensieri avrei subito un'altra crescita; fastidiosa ed indecente, di fronte a mio nipote e mia sorella. Isabella era un demonio per l'Edward marito, ma un angelo per l'Edward uomo.

Quando attraccammo, essendo notte fonda, non trovammo ne Jacob ne Isabella. Chiesi ad Alice di fermarsi da noi, l'avrei accompagnata in paese io l'indomani.

Non ne volle sapere, disse che voleva andare a casa, abbracciare Jake e stare in casa sua.

Mi proposi di accompagnarla ma, quando facemmo per scendere Emmett, si propose lui di accompagnarli per poi tornare a Londra la notte stessa.

-Accompagnerai Alice, poi ti aspetto a casa nostra, non abbiamo ancora finito di parlare noi due-

Si congedò con un gesto mesto. Colui che a prima vista sembrava un armadio forte e solido, in realtà tremava al solo pensiero di dover affrontare i nostri incubi di fanciulli.

Salutando Alice e mio nipote mi avviai verso casa.

Era un immagine da togliere il fiato. Dormiva avvinghiata al mio cuscino.

Affossata a quelle piume a nascondere gli occhi rigonfi, doveva aver pianto e questo mi rattristava, così mi spogliai e mi accoccolai a lei, abbracciandola il più stretto possibile.

Quando sentì il mio tocco si mosse e a poco a poco capì di avermi accanto. I suoi occhi si illuminarono subito.

-Amore…-

-Sono qua…-

-Sono così estasiata, ma è un bene che tu sia già qua?-

-Si amore mio, ora dormi, domani avrai due sorprese-

-Tu mi fai compagnia?-

-Non ti voglio più lasciare sola neanche mezza giornata-

-Ti amo-

-Ti amo. Ora riposa-

Il sonno preso in nave, mi abbandonò appena mi ritrovai ad adorare mia moglie. Accanto a lei tutto era più vero e sicuro. Io mi sentivo più vero e sicuro. Ormai il peggio era passato, rimaneva lo scoglio Emmett da affrontare e poi avrei svolto solo la mia vita finalmente serena.

Mi sentivo potente, non avevo più paura di respirare, i gesti e le parole erano più sentiti. Ero la prova vivente che ogni causa doveva essere lottata e rincorsa perché il destino ce lo creiamo noi, e la fede mi aveva guidato in questo. Avevo accanto la donna della mia vita, stavo ritrovando la mia famiglia a poco a poco, tutto questo svolgendo il mio mestiere, esaudendo la mia chiamata; mi sentivo un re. Ripensando alla mia vita di prima era tutto molto doloroso; avevo dovuto imparare a sorridere, attraversare mille tempeste, ma tutto questo mi aveva aiutato ad essere quello che sono. Liberato dalle mie paure mi sentivo libero ed ogni parola ricevuta mi aveva solo aiutato. Le cose facili non temprano, questo mi diceva mio padre, e sono le uniche parole sue che mi sono servite.


_______________________________________________


-Buongiorno amore mio-

Con piccoli e dolci baci la mia giovane sposa mi svegliò.

La bocca impastata dal sonno, non riuscì a proferir parola, tanto che l'unica cosa che feci fu quella di abbracciarla e issarla su di me.

Mi era mancata. 36 ore separati erano state più che sufficienti per cercare di ritrovarci nei nostri gesti d'amore.

L'amai, senza chiederglielo.

L'amai, senza che lei me lo chiedesse.

Ci amavamo ed era la nostra forza.

___________________________________________________

Prima di alzarci tenni Isabella stretta a me.

-C'è Emmett nella tua vecchia stanza-

-Emmett?-

-Si, ci ha accompagnato questa notte. Dobbiamo ancora terminare di chiarirci, l'ho trovato a villa Cullen-

-Ti va di parlarne?-

-Ne parliamo poi con lui. Mi ha chiesto di poterne parlare assieme, così ti può conoscere e avere modo di spiegarsi-

-Un altro Cullen allontanato dalla Villa?-

-No, però ha rimorso del rapporto che non ha con i fratelli; perdendo Jasper in guerra, ha avuto paura di rimanere solo. L'unico rapporto simile era con Alice, e quando tornando non l'ha trovata si è sentito solo-

-Quasi tenerezza-

-Non saprei. Sono molto in difficoltà. Troppi colpi bassi ricevuti mi portano ad essere guardingo, ma voglio fare un tentativo, con Alice ci siamo riusciti, chissà…-

-Si Edward chissà… Mai chiudere ogni porta-

-Tu sei un angelo. E ringrazio Dio per averti messo sulla mia strada-

E la baciai.

-Andiamo a preparare la colazione, Emmett sarà sveglio?-

-Vado a controllare, tu preparati che te lo presento-

Nessun commento: